Lettera scritta da Massimo ad un compagno di seminario
qualche giorno prima del diaconato (fine ottobre 2008)


Sono felice di poter stare un poco con te, in silenzio, senza dover pensare a niente, senza nessuno che mi chiede o mi cerca… è raro per me non dover pensare ad attuazioni, giochi, oratorio, soldi, tegole, tavole, organizzare. E poi non ho nemmeno mal di testa o di stomaco o febbre… per questo per me è una gioia rispondere alla tua lettera (non è perdere tempo!).

Inizio a rispondere alle tue domande: per me l'oratorio è il mezzo migliore per formare le persone, è un cammino che serve per tutta la comunità (bambini, catechisti, genitori… me anche per gli atei o chi vive una vita triste). Mettere nel cuore delle persone il desiderio di Dio, il desiderio di vivere bene la vita mettendo bene in ordine i valori, dando ad ognuno un poco di bene umano per indicare un bene molto più grande, un bene infinito che mai termina.

L'oratorio per me è una comunità di persone che fanno qualcosa che non è comune, come pregare, regalare il tempo, fare giochi, proporre avventure. È qualcosa che non c'è nel sistema economico; tutto il mondo è guidato dal denaro, per il desiderio di avere sempre di più. L'oratorio invece sta in piedi per persone che regalano il proprio tempo, denaro, energie, capacità. Pensa anche tu quante ore di lavoro, quanto sonno perso per preparare qualcosa per l'oratorio, pensa a tutti i bravi catechisti… e nessuno li paga per questo.

L'oratorio è una scommessa contro il mondo per dire che l'AMORE esiste, che non tutto si può pagare, è una scommessa per dire che DIO esiste, che tutto non termina con la morte.
Io tengo molto chiara la morte davanti ai miei occhi. Questo è sempre cresciuto in me da quando mio papà si è ammalato e ci ha lasciati (avevo 17 anni). Sempre mi ha colpito vedere il telegiornale che parlava dei poveri dell'Africa, tante persone che muoiono di fame. Mi colpisce sempre sentire parlare delle guerre e di tutto il male che c'è nel mondo. Non so perché sono così, ma anche da bambino mi commuovevo molto pensando alla Passione di Gesù. Alla fine mi chiedo se il senso della vita sarà quello di spararsi uno con l'altro per tenere più terra, più oro.. o di ammazzarsi con la droga, con i vizi.

Non voglio che la vita dell'uomo sia solo questa. Il messaggio di Gesù mi piace moltissimo, e per questo voglio spendere tutta la mia vita per parlare di Lui, per dare una speranza, per dire che il dolore e la morte non hanno l'ultima parola. Più vedo sconforto attorno a me e più mi viene forza per lottare, non so perché sono così, è una grazia speciale che ho.

Non so se già ti ho raccontato che mia mamma quando aspettava me era molto preoccupata perché già aveva 3 figli e mio papà doveva andare all'estero a lavorare per mantenerci. In questa situazione varie persone le avevano consigliato di abortire, era il 1978 l'anno che in Italia il governo aveva approvato una legge che dichiarava lecito l'aborto. Mia mamma non sapeva che cosa fare e si mise a pregare la Vergine Maria e sentì una voce interiore che le disse "non preoccuparti ti aiuterò io con questo figlio, mi preoccuperò io di lui". Per il mondo io non dovevo nascere, per questo non mi è tanto difficile regalare la mia vita al Signore.

Sento in me un grande desiderio di Dio, una grande nostalgia che mi si spegne solo pregando o stando con i poveri o con chi soffre. L'oratorio è entrato nella mia vita perché c'è tutto questo: la preghiera, l'aiuto ai poveri, il catechismo, i canti, le attuazioni che parlano di Gesù. Tutto questo toglie in me il dolore, la nostalgia di Dio. Nell'oratorio ho poi avuto la possibilità di conoscere persone sante, speciali, che sono per me la prova più bella e grande dell'esistenza di Dio.
L'affetto che ho verso i poveri credo che è qualcosa che ho imparato da mio papà a cui piaceva aiutare gli ultimi, regalare. Poi sapere che in ogni persona che soffre c'è nascosto Gesù mi commuove e mi scombussola.

La mia famiglia non è stata tanto povera, però anch'io ho dovuto fare varie rinunce. Ho visto quanto mia mamma ha sofferto nel rimanere vedova, per questo quando vedo delle vedove e orfani soffrire non riesco a rimanere indifferente.

La Sacra Scrittura riguardo la predilezione di Dio verso i poveri non lascia dubbi. Sempre mi ha impressionato sentire parlare di Gesù che mangia e beve con i peccatori, di Gesù che si commuove davanti ai poveri e i malati.

Ho dentro di me qualcosa che mi spinge a regalare, in me sempre c'è la domanda o la riflessione "Se io ho di avanzo, perché non regalare a chi non ha?".

Alla tua domanda sul mio essere Diacono e Sacerdote cerco di rispondere dicendoti che per me nella Chiesa c'è la Verità, ed io ho un gran desiderio di Verità e quindi di consacrarmi a Dio. Penso che sia il miglior modo di amare Dio e tutte le persone con tutte le mie forze.

Massimo